domenica, Ottobre 13, 2024
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Fabio Perini brevetta la tecnologia per produrre fino a 10.000 mascherine al minuto

Dalla carta igienica alle mascherine facciali

Fabio Perini brevetta la tecnologia per produrre fino a 10.000 mascherine al minuto, “compostabili” al bambù

L’upgrade è disponibile per macchine di converting Fabio Perini nuove o già installate

Un’innovazione tecnologica in grado di produrre fino a 10 mila mascherine facciali al minuto, adattabile ai principali materiali “tessuto non tessuto” tra cui un particolare materiale a base di bambù compostabile con i rifiuti organici. Questo il brevetto depositato da Fabio Perini, azienda con sede a Lucca e parte della Business Area Körber Tissue, che l’ha sviluppato in poco più di un mese durante il lockdown e che può essere installato velocemente sulle macchine di converting dell’azienda nuove o già installate presso i clienti in tutto il mondo.

Commenta Oswaldo Cruz Jr., Amministratore Delegato (CEO) della Fabio Perini S.p.A. e della Business Area Körber Tissue: “Le opportunità di innovazione sono ovunque anche nel bel mezzo di una crisi sanitaria e durante il lockdown la nostra squadra si è attivata per rispondere a due necessità: da una parte l’enorme richiesta di mascherine facciali – il Politecnico di Torino stima ad esempio che le sole aziende italiane avranno bisogno di quasi 1 miliardo al mese – dall’altra il problema del loro smaltimento. In poco più di un mese, dall’idea alla produzione, siamo arrivati alla soluzione: un aggiornamento tecnologico che permettesse di produrre mascherine in rotolo fino a 10 mila al minuto e l’utilizzo di un “tessuto non tessuto” a base di bambù che fosse compostabile nell’umido”.

Queste mascherine, monovelo sono utilissime per l’uso quotidiano, collettivo e in comunità come aeroporti, trasporto pubblico, centri commerciali, supermercati, negozi di alimentari e luoghi di lavori.

Continua Cruz: “Le nostre macchine sono però in grado di realizzare anche mascherine certificate, dove però i materiali che sono accoppiati con la plastica non le rendono compostabili; ma anche su questo punto stiamo facendo delle prove su specifici materiali e siamo fiduciosi di trovare presto una soluzione”.

Il coronavirus ha così anche diversificato il business della Fabio Perini. Conclude Cruz: “Su questa innovazione, in tutto il mondo, abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei nostri clienti e stimiamo che il nostro business possa avere un incremento. In realtà dal nostro un osservatorio privilegiato – lavoriamo con produttori di carta igienica, asciugatutto, dalla Cina agli Stati Uniti – abbiamo visto un importante cambiamento. Inizialmente la richiesta era quella di incrementare la capacità produttiva delle macchine, soprattutto della carta igienica, a causa dell’”effetto stock” di questi prodotti, e per far fronte a ciò abbiamo addirittura introdotto un servizio di macchine in pronta consegna (e chi conosce il nostro settore sa benissimo che questo non è semplicissimo!). Col passare delle settimane la richiesta si è concentrata sui prodotti piegati in carta tissue; una domanda che è derivata dall’innalzamento del numero di articoli usa e getta utilizzati per esigenze di maggior igiene, e che credo proseguirà come tendenza ancora per molto tempo”.

 

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